Avevano
entrambi gli occhi di chi non vuol credere che il mondo sia una fogna. Lui portava
al polso l’orologio del padre, aveva la sua donna e quel buco di casa. Lei portava
al collo la catenina della Prima Comunione, aveva il suo uomo e quel buco di
casa. A nessuno dei due serviva altro e nessuno in paese si capacitava del
fatto che non servisse loro altro. Lui barattava tutte le mattine il suo tempo in cambio di un’elemosina
travestita da lavoro, attendeva che al supermercato regalassero la roba al
limite della scadenza e tornava a casa con il necessario per una cena decente. Lei
puliva, stirava, metteva in ordine. Aspettava che il suo uomo tornasse dal
lavoro. Quella sera nessuno venne ad aprire e l’ufficiale giudiziario fu costretto
a far intervenire la forza pubblica. Quel buco di casa era perfettamente in
ordine. La tavola apparecchiata, la candela accesa, due bicchieri di vino
nemmeno toccati. Le campanelle tibetane tintinnavano in terrazzo. L’orologio e
la catenina, stesi sul letto, brillavano alla luce delle
insegne della sera. Sembravano felici, come non avessero avuto bisogno d’altro.
me ne compiaccio
RispondiEliminadecisamente
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